TAO TE CHING - Lao Tzu

Adelphi

Milano, 1994, pagine 266 (Compreso il testo cinese)

 

"Così io so che il Non-agire ha il sopravvento.

Insegnare senza parole a trarre profitto dal Non-agire, pochi nel mondo vi riescono!

Perciò il Santo si attiene alla pratica del Non-agire e professa un insegnamento senza parole."

 

Persuaso della mutevolezza di ogni cosa, l’autore di questo antichissimo testo cinese parla del Santo Taoista come di colui che non cerca di forzare le cose per ottenere dei vantaggi poiché otterrebbe solo il contrario. Il saggio Taoista sa come entrare in armonia con le cose che si trasformano e lo fa praticando la non-azione (wu wei) poiché non agendo non esiste niente che non possa fare.

Essere fannulloni dunque può rivelarsi un’abitudine veramente saggia.

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